Chi è il Naturopata?

La figura professionale del Naturopata

Nel 2010, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS - WHO), nel suo documento “Benchmarks for Training in Naturopathy - Benchmarks for training in traditional/complementary and alternativde medicine” (Standard per la formazione in Naturopatia - Standard per la formazione in medicina tradizionale/complementare e alternativa) ha dato un contributo prezioso, autorevole e istituzionale, alla definizione di percorsi formativi univoci e di qualità per i naturopati, a loro beneficio e dei loro clienti.

In concordanza con il suddetto documento, la Naturopatia risulta una metodologia che enfatizza la prevenzione, il trattamento e la promozione della salute ottimale, attraverso l’uso di metodi e di modalità (multidisciplinarietà) che incoraggiano il processo di autoguarigione (Vis Medicatrix Naturae).

Lo scopo dell’attività del naturopata è principalmente quello di fornire un contributo operativo alla promozione della salute ed al riequilibrio bioenergetico degli individui attraverso:

  • Una valutazione costituzionale e di terreno, ambientale e di stili di vita, tramite il colloquio e metodologie naturopatiche.
  • Metodiche di trattamento e programmi personalizzati di benessere e di sostegno ad eventuali terapie mediche.
  • Programmi di educazione salutistica a livello individuale,familiare e sociale.
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Che cosa è la naturopatia?

La naturopatia è una scienza bionaturale multi-disciplinare ed inter-disciplinare a fine salutistico, di prevenzione, di educazione e promozione della salute individuale, sociale ed ambientale.

La naturopatia può risultare indirettamente terapeutica perché, attraverso interventi di drenaggio e di riequilibrio di terreno, può favorire il miglioramento dei disturbi e delle disfunzioni.

Lo scopo della naturopatia è, principalmente, quello di fornire un contributo operativo alla promozione della salute e al riequilibrio bioenergetico degli individui, attraverso:

1) pratiche valutative costituzionali e di terreno, funzionali, ambientali e di stile di vita, tramite colloqui e valutazioni naturopatiche;

2) metodiche di trattamento e programmi personalizzati di benessere e di sostegno alle eventuali terapie mediche;

3) programmi di stili di vita idonei e personalizzati, di educazione alla salute individuale, familiare e sociale, nonché tecniche di comunicazione umana.

 
Quali sono gli ambiti d'intervento professionale del naturopata?

Il naturopata si pone come una figura professionale che si occupa del benessere della persona integrata nella sua condizione famigliare, sociale ed ambientale. Il suo campo d’azione si colloca nelle aree non specificatamente mediche della salute, non avendo finalità nè diagnostiche e nè terapeutiche in senso stretto, ma di stimolo delle capacità di auto-guarigione della persona nella sua globalità.

Il naturopata è una figura autonoma ed ha una formazione tale da poter essere in grado di collaborare con il medico o altre figure socio-sanitarie e di riconoscere situazioni che non sono di sua competenza.

Il naturopata può intendersi come un operatore del benessere, della prevenzione primaria, dell’educazione e promozione alla salute individuale, sociale ed ambientale; ha quindi un approccio sistemico all’individuo nelle sue manifestazioni psico-fisico-energetiche, nel rispetto delle leggi della Natura.

Oggi sempre più è sentita l’esigenza di vivere secondo le leggi della Natura e ciò implica, per ognuno di noi, una maggiore conoscenza di sè. E’ in questo contesto che la figura del naturopata ha sempre più senso di esistere in veste di operatore del benessere.

Egli può operare come consulente in uno studio privato (con iscrizione all’ufficio IVA), nel contesto di studi associati, accanto ad altri operatori del settore, prestando la sua consulenza nell’ambito di: centri benessere, palestre, centri di estetica, centri termali, in collaborazione con erboristerie, negozi di alimenti biologici, farmacie e parafarmacie. Senz’altro si tratta di un settore in grande espansione nel quale trova ragione di essere un naturopata professionalmente qualificato.

 
La figura del naturopata è riconosciuta nel nostro Paese?

Per il momento, in Italia, le cosiddette “medicine non convenzionali” e le varie discipline salutistiche note nel settore del benessere, sia quelle di competenza del medico, sia quelle esercitate da operatori non medici, non sono ancora regolamentate, pur essendo ormai maturi i tempi per una necessaria legiferazione in merito. 

La didattica delle medicine non convenzionali in Italia necessita senz’altro di un ordinamento che sancisca ruoli e iter formativi delle varie figure. Al momento la didattica è promossa soltanto da istituti privati che si avvalgono della docenza di esperti qualificati nei vari settori delle medicine non convenzionali che spesso hanno studiato o provengono direttamente dall’estero dove tali insegnamenti sono già riconosciuti.

Come sintesi di 18 proposte di legge e a seguito di audizioni di convegni, si è giunti, presso la XII Commissione - Affari Sociali - della Camera dei Deputati, alla proposta di legge n° 874 del 23.05.2006 a firma dell’on. Lucchese “Disciplina delle medicine e delle pratiche non convenzionali”, che contempla anche la figura del naturopata.

 
Quale dovrebbe essere l’iter formativo del naturopata?

Quale dovrebbe essere l’iter formativo del naturopata? 
Purtroppo, mancando una legislazione in merito, si possono trovare scuole che propongono un monte ore formativo molto vario, che può andare dalle 400 alle 1.600 ore (la nostra scuola propone 1.632 ore di 60 minuti di didattica frontale più un tirocinio di 200 ore).

Purtroppo lo scenario che si presenta a tutti coloro che si trovano di fronte alla scelta di una scuola è alquanto disorientante. Pur non potendo ora prevedere se il legislatore stabilirà una durata del corso di 3 o di 5 anni, sappiamo, per certo, che l’iter formativo per conseguire un diploma di formazione post-secondaria di 3 anni, o laurea breve, richiede un minimo di 1.600 ore di didattica frontale, più eventuale tirocinio. 

In Francia, dove c’è una situazione di vuoto legislativo come in Italia, la Federazione che raggruppa le scuole più qualificate: la “FENAMAN”, non associa quelle scuole che prevedono un iter formativo al di sotto delle 1.700 ore di didattica frontale.

Siamo convinti che un monte ore al di sotto di quello richiesto per una laurea breve possa essere causa di:

  • Una cultura relativa alle materie di base (fondamenti di anatomia, di fisiopatologia e di biologia, ecc.) precaria e non sufficiente per sostenere un confronto con altre figure in ambito sanitario.
  • Non sufficienti conoscenze in materie naturopatiche necessarie per un’analisi costituzionale e predisposizionale del soggetto e la messa a punto di un programma salutistico personalizzato, con il rischio di adottare un approccio esclusivamente sintomatico. 
  • Mancanza del tempo necessario da dedicare alla pratica per l’avviamento alla professione.

Una preparazione di base limitata costringe, inevitabilmente, a ricorrere, in seguito, a vari corsi integrativi, con un conseguente aggravio sia in termini di tempo che di costi, nonché di difficoltà nel dover coordinare conoscenze apprese isolatamente, in qua e in là, senza una metodica sinergica di base.

 
Come s’inserisce la naturopatia nell’ambito della salute e della medicina?

Le Istituzioni si occupano principalmente di prevenzione secondaria (diagnosi precoce) e profilassi (es. le vaccinazioni), mentre non si impegnano a sufficienza per alimentare una nuova presa di coscienza ed una cultura salutistica in modo tale che siano le persone a prendersi carico ed aver cura della propria “Salute” e a tutelarla prima del sopraggiungere della malattia:questo rientra nella prevenzione primaria. Fortunatamente una cultura in tale direzione sta emergendo sempre più ed il naturopata vi trova piena e necessaria collocazione.

 
Qual è la differenza tra il ruolo del medico ed il ruolo del naturopata?

Il medico, per sua formazione, ha piena competenza per pronunciare una diagnosi di patologia e prescrivere terapie. Egli interviene, di solito, quando una malattia è già tendenzialmente conclamata. Difficilmente una persona si reca dal medico se non avverte sintomi evidenti.

Il naturopata ha la prerogativa di acquisire una cultura salutistica che, innanzitutto, mette in pratica per se stesso prima di insegnarla e trasmetterla agli altri.

Il naturopata esercita il ruolo di sostenere, accompagnare ed educare la persona nel farsi carico della propria “Salute”. 

Questo presuppone la volontà di voler conoscere, diventare consapevoli delle proprie condizioni e predisposizioni, decidere di intraprendere, come protagonista, un percorso di vita idoneo a tutelare la Salute e/o a ripristinare un equilibrio attraverso metodiche non invasive e non farmacologiche, che possono essere anche di supporto a terapie mediche eventualmente necessarie.

 
Oggi, come può lavorare un naturopata senza un riconoscimento giuridico?

L’Art. 4 della Costituzione afferma: “La Republica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendono effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e le proprie scelte, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società”.

L’Art.1 della Costituzione dice: “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”. Il lavoro non è solo un diritto ma è anche un dovere.

Il diritto al lavoro permette di esercitare la professione di naturopata, la quale è anche socialmente utile nel momento in cui contribuisce a migliorare le condizioni di salute delle persone.

L’Art. 32 della Costituzione sostiene: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge ...” 

Il naturopata, quindi, ha il diritto di esercitare per costituzione ed ha il dovere di non prevaricare le proprie competenze per non incorrere nell’esercizio abusivo di una professione tutelata da un albo (es. medico, biologo, ecc.).

In sintesi: il naturopata opera come consulente nell’ambito del benessere, degli stili di vita, della prevenzione primaria e dell’educazione alla salute e non deve invadere il campo di altri professionisti già operanti nel settore della Salute e tutelati per legge.

 
Che cosa s’intende per “Naturopatia Olistica Applicata”?

Può essere definita una sintesi didattica operativa, prevista all’interno della Scuola, che permette un’applicazione sinergica delle varie discipline comprese nel piano degli studi.

All’interno della nostra scuola l’allievo non si trova di fronte ad insegnamenti impostati in modo settoriale e, pertanto, il coordinamento didattico attraverso la materia denominata “Naturopatia Olistica Applicata” e la pratica con supervisione permetteranno di apprendere un metodo concreto di approccio olistico alla persona.

Questo lavoro di coordinamento e di sinergia didattico-operativa ha inizio già verso la fine del primo anno di corso e proseguirà, sempre più arricchito dalle successive conoscenze, fino a rendere l’allievo in grado di gestire autonomamente un protocollo di sintesi operativa e di approccio alla persona.

 
Che cosa succederà a chi è già naturopata qualora venisse approvata una legge per il riconoscimento della figura?

Non è facile prevedere ciò che il legislatore stabilirà. Tuttavia l’esperienza ci insegna che in altre occasioni e per altre professioni già regolamentate, nell’ambito delle norme transitorie, le commissioni di verifica dell’operato delle scuole private hanno preso in considerazione i seguenti parametri, per stabilire il livello dei Crediti acquisiti dagli allievi che hanno seguito le diverse scuole:
- il n° di ore di lezione svolte di didattica frontale;

  • il livello di professionalità dei docenti analizzando il curriculum professionale e didattico dettagliato (vedere piano di studi con programmi specifici delle materie e curriculum dettagliati dei docenti della ns. Scuola);
  • la metodologia utilizzata per lo svolgimento degli esami (la nostra Scuola utilizza una metodologia d’esame di tipo universitario). 
  • la continuità didattica dei docenti.

In base ai parametri stabiliti verrà deciso se prendere in considerazione o meno il livello di preparazione di ogni scuola analizzata, stabilendo eventualmente quale integrazione didattica dovranno sostenere gli allievi per raggiungere il livello ottimale previsto dalla legge che regolamenta la figura stessa.

 
Vediamo promesse di riconoscimenti da parte di altre scuole di naturopatia, anche con titoli esteri, che cosa ne pensate?

Nessuna scuola italiana e/o straniera può promettere riconoscimenti in Italia, perché, a livello nazionale la figura non è ancora regolamentata.

Anche i diplomati in stati esteri dove la figura è già riconosciuta, venendo in Italia, hanno lo stesso trattamento di coloro che hanno seguito scuole nel nostro Paese, cioè viene accettata la possibilità di lavorare purchè non si incorra in abuso di altra professione già regolamentata.

Le direttive europee sanciscono la libera circolazione dei lavoratori negli stati membri; dal 21 dicembre 1988 il cittadino europeo può esercitare la sua professione in uno Stato membro purché fornito del Diploma o laurea equivalente, ma solo se anche nello stato membro corrispondente esiste lo stesso titolo e la figura riconosciuta.

Il medico italiano può esercitare in Francia perché sia in Italia che in Francia c’è una laurea in medicina e un esame di Stato comparabili.

E’ auspicabile allora che non si inseguano riconoscimenti che sono completamente inesistenti ed illusori (anche quello di iscriversi a Collegi di naturopatia esteri), cercando invece di impegnarsi a conseguire una professionalità qualificante che è importante oggi ma che sarà ancora più importante domani per la professione ed al momento di una verifica.