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Il Cervello e l’emergere della Coscienza
Relazione di Ernesto Burgio
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Abstract
Affinché “the hard problem”, il problema difficile per eccellenza, secondo la definizione di Chalmers, quello (delle origini e dell’essenza stessa) della Coscienza, trovi una risposta a livello di biologia quantistica, è necessario rivedere criticamente e confrontare tra loro i modelli quantistici, di biologia dello sviluppo e biologia evoluzionistica, le teorie dell’informazione e dei sistemi, la logica classica e quella quantistica. Prima di tutto, dobbiamo sottolineare che esistono due grandi scenari, tra loro inconciliabili. Nel primo, la coscienza è una proprietà emergente del cervello, o comunque della materia e dell’energia. Nel secondo, si riconosce l’esistenza di una Coscienza universale, metatemporale e co-essenziale al cosmo. Mentre nel primo caso è sensato studiare la “nascita” e i diversi “stati/forme” della coscienza in relazione all’evoluzione e sviluppo del cervello umano/animale, nel secondo caso questi “luoghi/stati” dell’essere devono essere visti come il prodotto di una Coscienza (universale). A questo proposito è utile ricordare che i maggiori fisici del XX secolo da Planck a Schrödinger, da Wheeler a Bohm hanno proposto teorie dell’universo in cui la Coscienza preesiste alla materia/energia. In quest’ottica ogni rappresentazione cosmologica e cosmogonica si configura come auto(bio)grafia della Coscienza; ogni particella/forma dell’essere/vita - atomo o molecola, microrganismo o organismo complesso – come luogo in cui si rivela/concentra (la) Coscienza. Questo significa che non ha senso chiedersi quando nasca la coscienza nel mondo fisico e/o biologico, individuale e/o collettivo. E neppure quale sia il livello/grado minimo di complessità associato ad essa. In particolare non ha senso chiedersi se la coscienza è in tutti gli esseri viventi o solo in alcuni e quando si formi in ambito biologico (evoluzionistico) o individuale (bio-psicologia dello sviluppo). Al limite possiamo affermare che ogni frammento di realtà partecipa in modo diverso della Coscienza: la elabora/processa e si trasforma in relazione al flusso informazionale che la veicola/sostanzia. Cercheremo di mostrare in che senso un simile approccio “sistemico” modifichi il nostro modo di rappresentare ogni singola molecola o sistema molecolare e in particolare il genoma (che è il sistema biologico/informazionale più complesso), virus, microrganismi, cellule eucariotiche, organismi pluricellulari, insiemi bio-sociali. Ma soprattutto, cercheremo di mostrare come ognuno di questi sistemi, dal più semplice/microscopico (genoma, virus), al più complesso (cervello umano/società animali) condivida le stesse modalità di interazione/elaborazione del flusso informazionale che lo attraversa e trasforma (induce a trasformarsi). E in particolare come i continui e fulminei passaggi tra stati di coerenza/incoerenza degli apparati citoscheletrici all’interno dei neuroni cerebrali, rappresentino uno dei principali sistemi in grado di processare l’informazione e di modificarsi di conseguenza, in relazione alle continue modulazioni epigenetiche (e nel medio lungo termine genomiche) che coordinano il sistema e, al contempo, sono la conseguenza delle sue trasformazioni, in un continuo processo di feedback informazionale. Accenneremo infine alla possibilità di configurare un luogo/non luogo che funga da infinita sorgente dell’informazione circolante nel Sistema (Vuoto quantico?) e come chi entri in comunicazione profonda con esso corra seri pericoli: follia, genio, profezia… si configurano in questo contesto come stati consimili, diversi in rapporto al grado di maturazione e purezza raggiunto dalla mente/anima che li sperimenta e caratterizzati dalla perdita o dal superamento del comune orientamento spazio-temporale. La nostra idea di studiare, in questa prospettiva, alcuni stati alterati della coscienza individuale, in particolare schizofrenia e autismo, come condizioni opposte/complementari della mente in ambito fisico/informazionale oltre che biochimico/neurobiologico nasce da qui.