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dal 21/11/2023 al 29/11/2023

Convegno Nazionale di Biologia Quantistica

Convegno Nazionale di Biologia Quantistica


Sezione: Epigenetica
Ore di video: 9h
Relatore: Antimo Zazzaroni, Daniela Lucangeli, Davide Fiscaletti, Enrico Zazzaroni, Ernesto Burgio, Franco Nanetti, Gianfranco Basti, Gino Santini, Giuseppe Damiani, Giuseppe Vitiello, Massimo Fioranelli, Paola Zizzi, Roberto Germano
Piani Correlati: 2° Convegno Nazionale di Biologia Quantistica

Le Nuove Frontiere della Biologia

Video registrazioni del convegno in modalità webinar del 6-7 giugno 2020

Organizzato da: Istituto di Medicina Naturale - Urbino (dal 1983)

Conduttori e moderatori: Enrico Zazzaroni e GIno Santini

Scarica il programma e gli abstract del Convegno

Convegno Nazionale di Biologia Quantistica - Abstract

 

Contenuti e registrazioni del convegno:

1a SESSIONE - La materia, la mente... e la coscienza

2a SESSIONE - La visione olistica e le conseguenze sul vivente

3a SESSIONE - La biologia quantistica ai confini della coscienza, della mente e della medicina

4a SESSIONE - Biologia quantistica delle emozioni


Apertura convegno

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Introduzione: Il perché della Biologia Quantistica

Relazione di Ernesto Burgio

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Sull'onda della coerenza

Relazione di Giuseppe Vitiello

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Abstract

Studi condotti sull’attività cerebrale con moderne tecniche di risonanza magnetica funzionale mostrano la formazione di estesi domini di oscillazioni neuronali coerenti. Il modello dissipativo quantistico del cervello descrive la formazione di tali domini coerenti in termini di una dinamica dissipativa, la cui manifestazione macroscopica è l’attività di una miriade di connessioni sinaptiche e neuronali. Nel modello dissipativo neuroni ed altre unità cellulari non sono oggetti quantistici. Le variabili quantistiche sono i modi vibrazionali dei dipoli elettrici delle biomolecole e delle molecole d’acqua presenti nel sistema. I processi cerebrali descritti dal modello dissipativo sono di particolare rilevanza nell’attività relazionale del cervello con l’ambiente ad esso circostante e sono alla base del cosiddetto ciclo azione-percezione attraverso il quale il cervello costruisce il proprio Doppio, il proprio punto di vista del mondo, la sua comprensione e conoscenza, il significato delle sue percezioni e delle informazioni che da esse ricava.


Menti quantistiche e computer quantistici: un confine sottile

Relazione di Paola Zizzi

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Abstract

Definiamo Mente come “Linguaggio formale del pensiero”. E’ puramente astratta. La nostra mente può trovarsi in due diverse modalità di linguaggio: Logica o Meta-logica. Nella modalità Logica, la mente segue in genere una logica classica ma a volte segue una logica quantistica, e in tali casi si parla di Mente Quantistica. In entrambi i casi di modalità Logica la mente è algoritmica (Turing-computabile) perché una logica ha regole logiche che possono essere usate da un computer. Nel caso quantistico, la mente ha la stessa logica dei computer quantistici. Un computer quantistico è un computer che usa come unità d’ informazione i qubits. Un qubit è la sovrapposizione quantistica dei bit classici 0 e 1. Quindi un computer quantistico è esponenzialmente più veloce di un computer classico, infatti N qubits corrispondo a n=2N bits. Una mente quantistica si comporta come un computer quantistico quando il nostro pensiero è molto veloce, come negli atti creativi, nelle intuizioni, ecc.
La modalità Meta-logica, che controlla la modalità logica del pensiero, ha come linguaggio formale il Meta-linguaggio, che non è algoritmico perché non ha regole logiche. Quindi un computer, sia classico che quantistico non può avere un Meta-linguaggio perché non può computare ciò che non è computabile. Questo è il sottile confine tra la mente e i computers ed è invalicabile.


Il Cervello e l’emergere della Coscienza

Relazione di Ernesto Burgio

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Abstract

Affinché “the hard problem”, il problema difficile per eccellenza, secondo la definizione di Chalmers, quello (delle origini e dell’essenza stessa) della Coscienza, trovi una risposta a livello di biologia quantistica, è necessario rivedere criticamente e confrontare tra loro i modelli quantistici, di biologia dello sviluppo e biologia evoluzionistica, le teorie dell’informazione e dei sistemi, la logica classica e quella quantistica. Prima di tutto, dobbiamo sottolineare che esistono due grandi scenari, tra loro inconciliabili. Nel primo, la coscienza è una proprietà emergente del cervello, o comunque della materia e dell’energia. Nel secondo, si riconosce l’esistenza di una Coscienza universale, metatemporale e co-essenziale al cosmo. Mentre nel primo caso è sensato studiare la “nascita” e i diversi “stati/forme” della coscienza in relazione all’evoluzione e sviluppo del cervello umano/animale, nel secondo caso questi “luoghi/stati” dell’essere devono essere visti come il prodotto di una Coscienza (universale). A questo proposito è utile ricordare che i maggiori fisici del XX secolo da Planck a Schrödinger, da Wheeler a Bohm hanno proposto teorie dell’universo in cui la Coscienza preesiste alla materia/energia. In quest’ottica ogni rappresentazione cosmologica e cosmogonica si configura come auto(bio)grafia della Coscienza; ogni particella/forma dell’essere/vita - atomo o molecola, microrganismo o organismo complesso – come luogo in cui si rivela/concentra (la) Coscienza. Questo significa che non ha senso chiedersi quando nasca la coscienza nel mondo fisico e/o biologico, individuale e/o collettivo. E neppure quale sia il livello/grado minimo di complessità associato ad essa. In particolare non ha senso chiedersi se la coscienza è in tutti gli esseri viventi o solo in alcuni e quando si formi in ambito biologico (evoluzionistico) o individuale (bio-psicologia dello sviluppo). Al limite possiamo affermare che ogni frammento di realtà partecipa in modo diverso della Coscienza: la elabora/processa e si trasforma in relazione al flusso informazionale che la veicola/sostanzia. Cercheremo di mostrare in che senso un simile approccio “sistemico” modifichi il nostro modo di rappresentare ogni singola molecola o sistema molecolare e in particolare il genoma (che è il sistema biologico/informazionale più complesso), virus, microrganismi, cellule eucariotiche, organismi pluricellulari, insiemi bio-sociali. Ma soprattutto, cercheremo di mostrare come ognuno di questi sistemi, dal più semplice/microscopico (genoma, virus), al più complesso (cervello umano/società animali) condivida le stesse modalità di interazione/elaborazione del flusso informazionale che lo attraversa e trasforma (induce a trasformarsi). E in particolare come i continui e fulminei passaggi tra stati di coerenza/incoerenza degli apparati citoscheletrici all’interno dei neuroni cerebrali, rappresentino uno dei principali sistemi in grado di processare l’informazione e di modificarsi di conseguenza, in relazione alle continue modulazioni epigenetiche (e nel medio lungo termine genomiche) che coordinano il sistema e, al contempo, sono la conseguenza delle sue trasformazioni, in un continuo processo di feedback informazionale. Accenneremo infine alla possibilità di configurare un luogo/non luogo che funga da infinita sorgente dell’informazione circolante nel Sistema (Vuoto quantico?) e come chi entri in comunicazione profonda con esso corra seri pericoli: follia, genio, profezia… si configurano in questo contesto come stati consimili, diversi in rapporto al grado di maturazione e purezza raggiunto dalla mente/anima che li sperimenta e caratterizzati dalla perdita o dal superamento del comune orientamento spazio-temporale. La nostra idea di studiare, in questa prospettiva, alcuni stati alterati della coscienza individuale, in particolare schizofrenia e autismo, come condizioni opposte/complementari della mente in ambito fisico/informazionale oltre che biochimico/neurobiologico nasce da qui.


L'origine quantistica delle straordinarie proprietà dell'acqua liquida

Relazione di Roberto Germano

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Abstract

Molti ancora non sono consapevoli dei nessi tra i sistemi biologici e la fisica quantistica, ma la vita è basata sull'acqua, e l'acqua liquida manifesta delle dinamiche assolutamente non comprensibili nell'ambito della fisica classica. Mediamente un organismo vivente ha bisogno del 70% in massa di acqua, il che corrisponde al 90% in numero di molecole sul totale. Ciò che si è capito negli ultimi anni è che l’acqua pura non è un isolante, ma ha invece caratteristiche semiconduttive (Emilio Del Giudice, Giuseppe Vitiello, Giuliano Preparata), ossia i suoi elettroni possono muoversi non così difficilmente come si credeva; cosa assolutamente non vera per l’acqua allo stato gassoso, cioè la molecola d’acqua al suo livello energetico più basso. Inoltre, l’acqua liquida ha una dinamica interna (struttura bifasica), e quindi alcune perturbazioni puramente fisiche possono mutarne le proprietà chimico-fisiche, creando aggregati stabili di H2O (Vittorio Elia studia e pubblica risultati in questa direzione da più di 20 anni); quindi: possiamo creare delle asimmetrie, così da ottenere una sorta di effetto fotovoltaico operante nell’infrarosso (“Efetto Ossidroelettrico”, ottenuto e poi brevettato e pubblicato da me e V.Elia, con la PROMETE); e dulcis in fundo: se faccio evaporare o liofilizzo quest’acqua pura “modificata”, rimane un solido stabile a temperatura e pressione ambientale, una nuova classe di materiali: Xerosidrile (Vittorio Elia e me). Tali materiali mostrano una serie di caratteristiche che li rende candidati ad essere considerati la "matrice della vita".


Dal meccanicismo alla visione olistico-sistemica: nuove riletture della scienza

Relazione di Davide Fiscaletti

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Abstract

In questa conferenza, sulla base di vari risultati ottenuti nell’ambito delle scienze naturali (fisica, scienze della vita), si cerca di mostrare come l’evoluzione del pensiero scientifico sia diretta verso il superamento della visione meccanicistica e riduzionista in favore di una visione olistica e sistemica, in cui l’universo può essere visto come un sistema vivente caratterizzato da una sua organizzazione intrinseca.


Apertura seconda giornata

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Le basi quantistiche della coscienza intenzionale

Relazione di Gianfranco Basti

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Abstract

Come forse ricordiamo dai nostri studi di filosofia, la coscienza nel senso cartesiano del cogito veniva interpretata come assoluta soggettività o autocoscienza della “cosa pensante” (res cogitans), o “mente”, o “io”, collocata nel corpo, nella “cosa estesa” (res extensa) (nella ghiandola pineale o epifisi nel cervello). Kant parlerà dell’autocoscienza come dell’“io penso in generale” (Ich denke überhaupt). Sarà Brentano nel XIX sec. a rivendicare il carattere intenzionale della coscienza, mostrando che evidente a tutti che nessuno può “pensare, desiderare, percepire, … in generale”, ma sempre “pensare, desiderare, percepire, … qualcosa”. La relazione intenzionale soggetto-oggetto caratterizza sempre la coscienza che allora è come “un ellisse a due fuochi” (soggetto-oggetto) anche se resta il problema se soggetto-oggetto “coscienti” corrispondano a due realtà fisiche interagenti. Problema irrisolvibile se partiamo dall’autocoscienza come la metafora di “Alice e lo specchio” esemplifica al meglio: cosa ci sia effettivamente al di là dello specchio della coscienza non potrò mai saperlo se resto al di qua di esso, nella coscienza. È il biologo e neurofisiologo Damasio a indicare la via d’uscita rivendicando che l’intenzionalità prima che psichica è biologica perché nessun sistema biologico, dall’ameba all’uomo, e il cervello in particolare, può essere concepito come “chiuso”, isolato, ma sempre in “omeostasi” col suo ambiente. In uno stato di “bilanciamento fuori dall’equilibrio” perché basato su complessi sistemi di autoregolazione nell’organismo (e nel cervello) per controbilanciare la stimolazione continua dall’ambiente. Le ulteriori scoperte dell’epigenetica hanno confermato che l’interazione con l’ambiente non riguarda solo fenomeni metabolici e neurofisiologici ma la stessa nozione dell’informazione genetica, sia a livello ontogenetico che filogenetico. Ora, tanto i processi chimici che biologici hanno la loro fisica fondamentale nella teoria quantistica dei campi per sistemi “aperti” o “dissipativi”, e quindi nel concetto di “risonanza” o “coerenza di fase”, fra sistema e ambiente. Ovvero, quantisticamente, si tratta di campi che oscillano con la stessa fase, così che solo fra di essi avvengono scambi di energia in modo da costituire un unico sistema bilanciato. Si pensi alla corda che suona il “la” sulla chitarra e al “diapason” che risuona vibrando macroscopicamente (o viceversa), differentemente da una “forchetta” perché non in fase con la frequenza di vibrazione meccanica della corda. Oppure, al nostro sistema visivo che “risuona” (riceve stimoli) solo dalle frequenze del visibile del campo elettromagnetico, ma non da quelle dell’infrarosso con cui “risuona” invece l’occhio della civetta. In una parola la base fisica della coscienza è nell’entanglement quantistico organismo-ambiente. La coscienza intenzionale a base fisica non “rispecchia se stessa” sdoppiandosi in soggetto-oggetto, come Narciso o Alice, ma “rispecchia la realtà”.


L'informazione nei sistemi biologici

Relazione di Giuseppe Damiani

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Abstract

L’informatica ha assunto un'importanza enorme nello sviluppo delle società tecnologicamente avanzate. Ma una profonda ignoranza sui concetti alla base di questa disciplina è molto diffusa sia nella gente comune che nelle persone con un'elevata istruzione di tipo scientifico. La trasmissione e la memorizzazione dell'informazione è fondamentale per determinare l'evoluzione spaziale e temporale di tutti i sistemi costituiti da materia ed energia. Una ricostruzione storica delle scoperte sulla natura dell’informazione e della sua importanza nei sistemi biologici permette di chiarire le numerose relazioni esistenti tra vari fenomeni che sono ancora oggi poco chiare. Il concetto di informazione ha subito una profonda evoluzione nei secoli a partire dei filosofi conosciuti dell'antichità, passando per Leonardo da Vinci e giù, giù fino a Boltzman, Hartley, Fantappiè, Schrodinger, Shannon, Brillouin, i fratelli Arcidiacono e Bekenstein. Sulla base di queste scoperte ho suggerito l’esistenza di un meccanismo universale, chiamato “iperciclo metabolico”, in grado di generare strutture frattali autoorganizzate di crescente complessità. L’iperciclo metabolico è un ciclo autoregolativo fra due attività autocatalitiche ed opposte di tipo entropico-catabolico e sintropico-anabolico, descritto dall'equazione preda-predatore di Lotka-Volterra. Numerosi dati sperimentali, e in particolare quelli sul controllo dei processi metabolici e degli orologi biologici, sono fortemente in accordo con lo scenario suggerito. Un “codice metabolico”, basato sulle interazioni elettromagnetiche e sullo stato redox, è in grado di regolare globalmente lo sviluppo frattale delle reti metaboliche a livello delle cellule, degli individui e delle popolazioni. Una maggiore conoscenza dei processi che guidano l’evoluzione dei viventi potrebbe migliorare significativamente la nostra comprensione della biologia e dei meccanismi alla base delle principali patologie complesse.


Il cervello nel cuore

Relazione di Massimo Fioranelli

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Abstract

Tradizionalmente, il rapporto tra cuore e cervello è stato affrontato da una prospettiva piuttosto unilaterale, con l’idea che il cuore rispondesse ai comandi del cervello. Abbiamo imparato, tuttavia, che la comunicazione tra il cuore e il cervello è in realtà di tipo dinamico; un dialogo continuo a due vie, con ciascun organo che influenza continuamente la funzione dell'altro. Il cuore comunica al cervello in quattro modi principali: neurologicamente (attraverso la trasmissione di impulsi nervosi), biochimicamente (tramite ormoni e neurotrasmettitori), biofisicamente (attraverso onde di pressione) ed con scambio energetico (attraverso le interazioni del campo elettromagnetico). Tutte queste comunicazioni influenzano significativamente le funzioni cognitive.
Le ricerche recenti mostrano che le interazioni neurali tra il cuore e il cervello sono più complesse di quanto precedentemente ritenuto. Il cuore possiede inoltre, nel suo sistema nervoso intrinseco una memoria sia a breve che a lungo termine e può operare indipendentemente da comando neuronale centrale.


Circuiti viventi

Relazione di Daniela Lucangeli

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Abstract

Le neuroscienze hanno dimostrato che la plasticità neuronale rappresenta la facoltà del cervello di recuperarsi e ristrutturarsi (Kelly e Castellanos, 2014). Possiamo dunque affermare che il cervello è, nella sua struttura-base, praticamente identico in tutti gli individui della nostra specie diversamente le reti neuronali, cambiano in ognuno di noi in quanto epigeneticamente modulate sulla base delle informazioni che arrivano al feto e al bambino dall’ambiente (Bilbo e Schwarz; 2012).
L’organizzazione mondiale della sanità (2018) evidenzia un incremento impressionante dei disturbi del neurosviluppo che in alcuni articoli su Lancet (Grandjean, Landrigan, 2014) vengono definite come vere e proprie pandemie, disturbi della maturazione del sistema neurale.
Oggi nell’era del cambiamento non si parla più di intelligenza ma dell’intelligere, cioè di un flusso di azioni cognitive che hanno tre direzioni principali: dentro-fuori, dentro-dentro, fuori-dentro (Pons et al.2004).
Lo sviluppo della cognizione rimane strettamente correlato allo sviluppo emotivo.
Le emozioni sono connesse a scopi a lungo termine all’interno del contesto sociale e sono legate ad aree cerebrali filogeneticamente più evolute quali la corteccia prefrontale mediale (Gilead et al 2016).
Nonostante queste differenze, sia l’emozioni di base che quelle sociali hanno una componente biologica universalmente condivisa; a parte parziali sovrapposizioni, ciascuna emozione ha infatti uno specifico pattern neurale, di attivazione fisiologica e di risposta comportamentale (Nummenmaa et al, 2014; Nummenmaa & Sarimakii, 2017).
L’esperienza e la cultura di individuo possono interagire con tale predisposizione biologica universale, modulando lo sviluppo e generando differenze individuali (Cordaro et al, 2018).


Le ferite emotive: potenziare l'intelligenza del cuore per trasformare il dolore in pace interiore

Relazione di Franco Nanetti

Abstract

Come ampiamente documentato dalle ricerche sull’Heart Math e sull’entanglement biologico ciò che desideriamo si manifesti implica un accogliere in noi stessi un atteggiamento di accettazione profonda, gratitudine, compassione, pace.
Per influenzare la realtà occorre che impariamo ad essere consapevoli delle “emozioni che si prova al fine di modulare i propri “stati interiori”.
La vera svolta del cambiamento è metanoica, incentrata su una rivisitazione globale della nostra abitudine di essere noi stessi.
Ciò implica un lavoro sia di mediazione del corpo che di trasmutazione emozionale.
Il cambiamento non è solo iscritto nel nostro modo di pensare, ma in una rivisitazione del nostro modo di essere che implica una diversa “attenzione alle emozioni”.


Chiusura convegno

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