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La metafora del Cervello come orchestra e la Polifonia
Relazione di Silvano Tagliagambe
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La metafora del Cervello come orchestra e la Polifonia - Silvano Tagliagambe
Abstract
Il termine «orchestrazione» viene sempre più spesso proposto come metafora per esprimere una concezione “reticolare” del cervello, che esclude che esso sia governato da una sorta di “cabina di regia” centrale, che sovraintende alle sue operazioni (non c’è l’ipotetico direttore d’orchestra capace di esaminare l’immaginaria partitura comportamentale e di dirigerla). Esso esprime quindi, in contrapposizione a quest’ultimo approccio, l’adesione all’idea che il cervello funzioni sulla base di interazioni e relazioni, di tipo cooperativo o competitivo, che, se fra i singoli elementi vengono costituite connessioni opportune, possono fare emergere nel contesto un insieme di regolarità o di nuovi significati. Questa metafora mira pertanto a evidenziare che il funzionamento dei processi cerebrali è caratterizzato dalla capacità di «integrare» e «armonizzare» il concorso di più linee melodiche, di differenti linee di esecuzione parallele che si dispiegano nel tempo, riuscendo così a determinare il passaggio di un certo numero di neuroni da uno stato di oscillazione disordinato e asincrono a uno coerente e sincrono. Il risultato è che la presenza di molteplici componenti non è d’ostacolo alla loro fusione, proprio come succede in un’esecuzione orchestrale. E ciò, come detto, indipendentemente dalla presenza di un direttore, che non è contemplato, in quanto il cervello può essere piuttosto assimilato nel suo comportamento a una sorta di “jazz band”. Nonostante la mancanza di un direttore e di una cabina di regia il cervello esibisce un comportamento che può essere, senza forzature, definito “polifonico”. L’intervento mira ad approfondire il significato di questo trasferimento analogico dalla musica ai processi cerebrali.