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Musica, mente e cervello: il mistero del neuro-sviluppo
Relazione di Daniela Lucangeli
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Musica, mente e cervello - Daniela Lucangeli
Abstract
I bambini amano la musica, le canzoni, i ritmi e, proprio come gli adulti, si rilassano e divertono ascoltando una canzone. Le ricerche nella prima infanzia hanno dimostrato che durante la vita intrauterina, le componenti di bassa frequenza e altri elementi fondamentali del suono, come il ritmo vengono già percepiti (Abrams et al., 1998; James 2010). Prima della nascita lo sviluppo dell’udito e le struttura cerebrali collegate permettono al feto di rispondere a stimoli musicali (Porzionato, 1980; Trehub. 2003a, 2003b). Dopo poche settimane di vita, i neonati, sembra in grado di riconoscere a distanza di giorni melodie precedentemente ascoltate (Saffran, 2003), fin dai 6 mesi di vita riconoscono la musica anche se modificata nei toni (Trehub, Thorpe, 1987). I bambini hanno inoltre l’abilità di percepire le altezze, ovvero se un suono è acuto o grave (He, Trainor, 2009), le durate dei suoni e anche altri elementi più complessi che permettono di codificare le melodie in termini relativi e di raggruppare i suoni in schemi ritmici (Trehub et al.1984; Trehub e Thorpe 1989). Cantare e ascoltare musica è una ricchezza formativa che può svolgere un importante ruolo nello sviluppo armonico del bambino nei primi anni di vita. Secondo quest’ottica la musica permette uno sviluppo sincrono di altri aspetti dello sviluppo come il linguaggio, la motricità, la conoscenza di sé stessi e degli altri e la creazione e scoperta della propria personalità.